La casa dei cadaveri 🏠
- lettriciinsolenti
- 2 mag
- Tempo di lettura: 2 min

𝚃𝚞𝚘 𝚙𝚊𝚍𝚛𝚎 𝚗𝚘𝚗 è 𝚜𝚌𝚘𝚖𝚙𝚊𝚛𝚜𝚘. 𝙽𝚘𝚗 𝚝𝚒 𝚏𝚒𝚍𝚊𝚛𝚎.
È con queste parole, pronunciate da una madre sul letto di morte, che si apre uno dei thriller più inquietanti e familari che io abbia mai letto. E no, non ho usato questo termine a caso: perché qui il mistero ha radici profonde, annidate tra le mura di casa, tra gli scaffali impolverati e dentro i silenzi pesanti di tre fratelli che si ritrovano dopo anni, per dire addio alla madre e si ritrovano invece travolti da un orror3 a lungo sepolto.
Beth, la maggiore, è rimasta intrappolata in quel piccolo paese del Wisconsin, a fare da collante a una famiglia andata in pezzi. Michael, il rampollo che ce l’ha fatta, è fuggito lontano, in California, e adesso torna a malincuore. Nicole l’anima fragile del trio, da tempo sprofondata nella dipendenza, eppure ancora capace di una sensibilità cruda e autentica, che emerge tra una poesia scritta sul suo taccuino e un dolore che non ha mai smesso di mordere.
I tre fratelli si ritrovano nella casa dell’infanzia per affrontare il lutto, ma anche l’enigma mai risolto della scomparsa del padre. Una scomparsa che inizia a puzzare quando, frugando tra vecchi scatoloni, sperando di trovare ricordi, trovano invece una videocassetta. Una videocassetta che non avrebbero mai dovuto guardare. Il segreto che emerge da quei fotogrammi è disturbante, sconvolgente… ed è solo l’inizio.
Tra confessioni, accuse e rivelazioni, il lettore viene trascinato in un crescendo di tensione. Si sospetta di tutti. Io stessa ero convinta fosse colpa del vicino, proprio quello di cui Beth si invaghisce, complice un vecchio amore mai del tutto sopito. E invece no. L’autrice ci spiazza. Perché la verità… la verità è sempre più vicina di quanto crediamo. E molto, molto più crudele.
#Lacasadeicadaveri è un thriller psicologico che parla di famiglia, dolor3 e redenzione. Di quei legami che ci spezzano e ci tengono insieme allo stesso tempo. Un romanzo che ti lascia con il fiato corto, gli occhi lucidi… e una strana voglia di chiudere a chiave la soffitta.
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