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Ancora un po' 🍟

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Aggiornamento: 16 feb

Autore: Nicklas Brendborg

Edito: Sonzogno editoriale


Sapete quella sensazione quando aprite un sacchetto di patatine pensando di prenderne solo qualcuna… e poi, ops, è finito? O quando dite “solo cinque minuti su Instagram” e vi ritrovate un’ora dopo in un vortice di reel sui gatti? (ɢɪᴜʀᴏ, ᴄɪ ᴄᴀꜱᴄᴏ ꜱᴇᴍᴘʀᴇ.) Beh, sappiate che non è solo colpa vostra. O meglio, non del tutto.


Nicklas Brendborg, in Ancora un po’, ci apre gli occhi su un mondo progettato per farci desiderare sempre di più. E lo fa con una precisione quasi spietata, raccontando esperimenti assurdi (ma reali), spiegando il lato scientifico delle nostre abitudini e facendoci vedere la realtà con una nuova consapevolezza. E forse anche con un po’ di inquietudine.


🧠 Brendborg parte con un esperimento che sembra una barzelletta: degli scienziati mettono davanti a un uccellino delle uova enormi di gesso, e lui, invece di covare le sue, si ostina con quelle gigantesche. Perché? Perché il suo istinto gli dice che “più grande è meglio”. Ora ditemi: non facciamo esattamente lo stesso quando scegliamo la bibita col bicchiere XL al cinema o il pacco maxi di snack perché “così dura di più”?


Le aziende sanno benissimo come funzioniamo e ci mettono davanti prodotti, cibi, social e videogiochi fatti su misura per stimolare i nostri impulsi naturali. Non è un caso se le patatine sono croccanti al punto giusto, se la Coca-Cola ha il mix perfetto di dolcezza e acidità o se TikTok sembra impossibile da chiudere.


🍔 Uno dei capitoli più affascinanti riguarda il cibo. Perché l’obesità è un problema sempre più diffuso? Perché, nonostante ci muoviamo meno, il nostro corpo consuma ancora le stesse calorie di un cacciatore-raccoglitore?

La risposta è nei cibi ultraprocessati. Gli alimenti che troviamo al supermercato sono studiati per aggirare i nostri segnali di sazietà e farci mangiare ancora un po’. Lo zucchero è ovunque, anche nei prodotti che non sospetteremmo mai (sì, anche in quelli “salutari”), e l’industria alimentare investe milioni per perfezionare consistenze, sapori e packaging che creano dipendenza.


📱 Ma non è solo il cibo: il libro esplora anche il modo in cui i social media e la tecnologia manipolano il nostro cervello. Ogni like, ogni notifica, ogni vibrazione del telefono è studiata per darci una piccola scarica di dopamina, la stessa sostanza coinvolta nelle dipendenze. E sapete qual è la cosa più inquietante? I colossi tecnologici usano le stesse strategie dei casinò per tenerci agganciati. Vi siete mai chiesti perché sia così difficile smettere di scrollare TikTok? Ecco, ora lo sapete.


🔍 E quindi? Siamo destinati a cadere nella trappola per sempre?

Per fortuna, Brendborg non si limita a dirci “siete fregati”, ma dà anche consigli concreti per contrastare queste dinamiche. Alcuni sembrano banali (tipo “non tenere schifezze in casa”), ma il vero punto è capire i meccanismi dietro le nostre abitudini e trovare il modo di spezzarli. Ad esempio, sapere che le bibite zuccherate non ci saziano davvero può aiutarci a ridurne il consumo senza sforzo.


💡 Ancora un po’ è un saggio che si legge come un romanzo: scorrevole, pieno di esempi pratici e basato su solide ricerche scientifiche. Non ha il tono allarmistico di certi libri che gridano al complotto, ma ti lascia con la sensazione di voler cambiare qualche abitudine… o almeno di guardare il cibo sugli scaffali e il tuo telefono con occhi diversi.


📢 E ora tocca a voi: siete mai riusciti a fermarvi dopo “ancora un po’”? Vi siete mai accorti di essere vittime di questi trucchetti?


Ringrazio di cuore Sonzogno per la copia e la lettura in anteprima! ❤️

 
 
 

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